TRA I LIMPIDI RUSCELLI DEL CUORE
Una spada,
di terrore affilata,
squarcia il cuore
che implora misericordia,
in bilico,
sull’incerta soglia dell’aldilà.
Una grande conca chiusa,
un inghiottitoio,
o,
più semplicemente,
un vocabolo,
ripugnante da proferire:
foiba!
Foiba,
un termine
che dissolve nel vento
ogni afflato di vita.
Foiba,
un golgota rovesciato
nelle cavità della Terra,
con identica essenza!
Esseri umani,
incaprettati
dalla delirante follia dei violenti
e più tardi gettati
verso quel fondo,
dove il sole è straniero,
fino allo spegnersi
ogni barlume di vita,
tra calcari
che diventano
carboni di misericordia.
Esseri umani,
deturpati,
abusati
dalla sete di violenza,
dalla distorsione dottrinale.
Tra le umide stille di bruma,
ogni volta che
tra le carsiche doline,
perenne cala la notte,
in flebili,
evanescenti bisbiglìi,
ancora riverbera il dolore
sulle ali di luminosa una fede,
senza tempo.
Sulle loro labbra,
Il nome della madrepatria,
fino all’ultimo soffio di vita,
lacerati dalla sofferenza.
Uomini e donne,
bambini ed anziani,
privi di protezione e di conforto,
eclissati nel nulla,
portando con sé il ricordo
delle fragranti,
variopinte primavere d’Istria.
Quelli che poterono salvarsi,
con dolore
abbandonarono ogni cosa.
Un esodo biblico,
intarsiato di gelide
brine di pianto,
con meta la madrepatria.
Un senso di morte
scintillava nelle loro pupille.
La speranza carezzava l’anima.
Razziati di ogni bene,
ma non dell’amor proprio.
Desiderosi di tornare a nuova vita,
sentendo pulsare
l’Italia
tra i limpidi ruscelli del cuore.
Toutes les droites appartiennent à son auteur Il a été publié sur e-Stories.org par la demande de Mauro Montacchiesi.
Publié sur e-Stories.org sur 13.02.2019.
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