Ci sono versi
di domestiche parole,
parole di poeti ormai passati
che tornano alla mente
quasi per caso.
Non parlo di versi
che si mandavano a memoria per dovere,
in tempi andati.
Non parlo di grandi
e celebrate poesie.
Parlo di frammenti.
Fragili memorie.
Piccole emozioni
che ci portiamo dentro per la vita.
Attimi.
Che
quando meno te l’aspetti bussano alla mente
e con un fil di voce
ti sussurrano all’orecchio
minute, e umane debolezze
senza età.
perché tu mi dici: poeta…
io non sono un poeta
…..
vedi: non ho che lacrime da offrire al silenzio.
…..
Io voglio morire, solamente, perché sono stanco;
solamente perché i grandi angeli
su le vetrate delle cattedrali
mi fanno tremare d’amore e d’angoscia;
solamente perché, io sono, oramai,
rassegnato come uno specchio,
come un povero specchio melanconico.
…..
Io amo la vita delle semplici cose
Quante passioni vidi sfogliarsi poco a poco
…..
Sì,
oggi mi sento
un po’ crepuscolare.
Ma sono certo che fra poco
il fiume che mi scorre dentro senza sosta
questi vagabondi versi li cancellerà.
Toutes les droites appartiennent à son auteur Il a été publié sur e-Stories.org par la demande de Gabriele Zarotti.
Publié sur e-Stories.org sur 19.05.2020.
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